
É quotidianamente calpestato, gattonato, graffiato, c’è chi lo cura quasi maniacalmente (vi ricordate le pattine?).
Sì, stiamo parlando del pavimento e in qualunque modo lo trattiate, è un elemento imprescindibile dell’arredamento domestico.
Le sue origini, peraltro lontanissime, hanno, però, poco a che vedere con le moderne funzioni decorative ma furono dettate dall’esigenza di trovare una soluzione per isolare le abitazioni dal freddo e dall’umidità.
Le origini del pavimento
I primi rudimentali pavimenti risalgono al quinto millennio a.C., quando per ripararsi dalle intense intemperie, le popolazioni nomadi dell’Asia minore iniziarono a intrecciare la paglia mescolata con i fili di lana delle pecore da stendere sul terrapieno: i primi pavimenti, dunque, furono tessili.
In società più evolute, invece, come quelle dei Greci e dei Romani, sin da subito si concepì il pavimento come simbolo di uno status economico e sociale, non a caso, quindi, adottarono raffinati pavimenti policromatici a mosaico con l’inserimento del marmo colorato.
Le evoluzoni dei materiali per realizzare i pavimenti nei secoli
La pavimentazione, come prerogativa delle classi privilegiate, si mantenne quasi intatta fino alla fine dell’800 con l’inizio della produzione su scala industriale dei materiali da rivestimento. Ai tradizionali marmo e legno, si affiancano le piastrelle in una gran varietà di tipi, formati e colori alla portata i ogni ceto sociale.
La grande diffusione del pavimento in legno
Grazie alle sue qualità isolanti, che mantengono l’abitazione fresca d’estate e calda d’inverno, il legno è stato uno dei materiali più utilizzati per la pavimentazione.
Sin dal lontano 3000 a.C., gli Egizi e i Vichinghi costruirono i primi tavolati di legno autoctono per difendersi dal gelo e dagli insetti, mentre a partire dal XII – XIII secolo, nel nord della Francia divennero di moda i pavimenti di legno di rovere e di ulivo.
Sempre in Francia, nel XIV secolo, negli chalet e nelle vecchie case venivano posati sul pavimento due strati di legno: uno fungeva da supporto e l’altro da rivestimento vero e proprio.
Nel Settecento, invece, iniziano a diffondersi in tutta Europa i pavimenti armoniosi, dai colori perfettamente in equilibrio: è in questo periodo che il parquet diventa protagonista dei più grandi e famosi palazzi nobiliari rappresentando uno status symbol irrinunciabile per tutte le teste coronate. Anche l’arredamento inizia ad essere studiato per esaltare e sottolineare il più possibile il parquet, il cui nome pare significhi “piccolo parco”, perché l’uso diffuso di legni pregiati ricordava i maestosi parchi che circondavano le ville patrizie. Alla fine del XVII secolo il parquet diventò una moda diffusa e si sfruttarono i legni europei: rovere, acero, noce, castagno e ciliegio.
Il pavimento moderno
A partire dal XIX secolo, soprattutto in seguito al boom economico degli anni ’60, in Italia iniziano a diventare di moda altri materiali: si diffonde il pavimento a formato lamellare, noto come pavimento a mosaico, costituito da elementi preassemblati in quadrotte di marmo e di ceramica.